Simbologia nell'opera - La Maternità Divina - Paradise I + II - Verso il Paradiso - Alfa e Omega
SIMBOLOGIA Il simbolo è un segno visivo che dà una informazione su una cosa e su una situazione e dà anche una sensazione, tutto con l’aiuto della sua propria immagine. Un simbolo può essere astratto o figurativo. Quando sono uniti in molti su o dentro uno spazio limitato, sia un foglio di carta, una tela, una tavola, una stanza o anche una piazza, acquistano nella loro composizione un contenuto nuovo e unico. I simboli astratti messi assieme possono dare una immagine finale astratta però con l’informazione realistica, per esempio una storia scritta o un’opera d’arte, oppure possono dare anche un risultato figurativo e realistico. I simboli figurativi invece sono già realismo e per se stessi più complessi, per esempio un fiore, una colomba, il mare, la croce. Quando sono tolti dal loro ambiente d’origine, il fiore dal prato, la colomba dalla piazza o la croce dal Golgota formano, in una nuova composizione, un assieme quasi astratta, non naturale.
Nella galleria presento una raccolta di opere che, con l’aiuto della "Simbologia", raccontano un evento passato o futuro e che deve dare delle informazioni e sensazioni che con parole o con un'unica scena realistica non possono essere mai spiegate. Succede che lo spettatore davanti all’opera, ricevendo l’informazione dall’immagine, avverte altre sensazioni e dà altre interpretazioni che però non devono deviare dall’idea principale ma la arricchiscono.
Relativamente all’opera “Alfa e Omega” una visitatrice mi “suggeriva” di vedere nel disco bianco centrale l’Eucarestia mentre per me rappresentava il luogo astratto, intangibile però attraversabile della fonte divina. Dato che l’ostia è un disco bianco me l’ha fatto diventare anche tangibile e realistico. La signora non era una teologa ma una piccola e semplice casalinga. Le ero veramente grata.
Un altro visitatore osservando l’opera “Amate i vostri nemici” mi faceva scoprire tra le due figure maschili un calice, che per mia sorpresa, corrispondeva alla verità, ma non toglie l’intenzione originale ma la arricchisce con un altro simbolo. Il ragazzo non era un gran cristiano, ma si ricordava dei simboli della sua infanzia, era una specie di ritorno almeno per quel momento. Non male cosa può suscitare l’arte.
Eva Maria Friese

LA MATERNITA' DIVINA DI MARIA
Acrilico su tela, 80 x 100 cm
Figura centrale nella Nuova Creazione di Dio è la giovane Madre Maria.
Il suo consenso di accogliere dentro di se il Figlio di Dio non significa soltanto di piegarsi alla Sua volontà, ma di volere ricevere Dio nella Sua essenza, l’amore assoluto che genera soltanto del puro e del meraviglioso. La capacità particolare della Vergine presuppone delle caratteristiche che nella storia del cristianesimo sono state discusse ed affermate [Dogma dell’Immacolata Concezione].
Simbolo di Maria e della Nuova Alleanza di Dio per il cielo e la terra è l’arcobaleno che in questa immagine circonda la Madre e il suo Bambino come le braccia protettive ed amorevoli di Dio.
La forma del cerchio è segno di perfezione, eternità ed onnipresenza del Divino. Il numero dei colori, il sette, è allegorico per il Sacro, lo si trova spesso nominato nella Bibbia, sopratutto nel Apocalisse: le sette chiese, le sette stelle, i sette angeli, i sette sigilli, i sette spiriti di Dio ecc., ma anche i sette Sacramenti della chiesa.L’arcobaleno sembra fondersi con le due colonne di pietra sulla destra e la sinistra di Maria, cioè mostra la venuta di Dio in terra, la Sua Incarnazione attraverso Maria in Gesù. Il corso del cerchio si perfeziona tuttavia quasi invisibilmente. Il suo punto centrale forma il grembo di Maria, con la nascita di Gesù diventato fonte della Santità cristiana.
L’amore di Dio, meraviglioso in tutto il Creato, si esprime verso di noi con umiltà, sacrificandosi, e cosi il Figlio di Dio, piccolo ed in apparenza indifesa, si fa tenere nelle braccia di sua madre nutrendosi da lei. Colui che nutrirà noi e anche Maria attraverso il Suo Sacrificio Eucaristico, si sfama del suo latte per crescere e rinvigorirsi. Il latte diventa un cibo dell’eternità, é nutrimento della giovane chiesa e dei convertiti [Paolo, 1Cor 3,2: “ Vi ho dato da bere latte…”]. Segno anche della nostra adozione da parte di Maria.
Da una brocca il latte trabocca e scorre verso di noi come l’inesauribile nutrimento spirituale che ci offre Dio attraverso la Madre Maria.
Eva Maria Friese
Maternità Divina

PARADISE I+ II, 2015, Acrilico su tela, 140 x 100 cm. Paradiso I (Adamo raccoglie ciliegie) e Paradiso II (Eva sotto il suo ulivo) Per il tema di questa opera, composta da una coppia di tele, “Paradiso I e II”, mi sono ispirata alla campagna siciliana dove ho scoperto dei ciliegi che facevano compagnia agli ulivi. Nel dipinto, Adamo non è il primo protagonista, ma il ciliegio che lo avvolge e lo copre facendolo quasi sparire sotto il fogliame rigoglioso con i suoi frutti. Una simbiosi fra l’uomo e l’albero. Nell’arte sacra, in passato, le ciliegie simboleggiavano, per il colore rosso, il sangue di Cristo versato durante la sua passione e, per la forma a cuore, l’amore che ha per noi. Adamo, consapevole che le ciliegie rappresentano il premio per l’impegno di coltivare la terra e di prendersi cura del creato con amore, raccoglie i frutti che gli danno nutrimento e vita. Sul lato sinistro della scena il ciliegio si incrocia con i rami di un ulivo, simbolo dell’abbondanza, della ricchezza e della pace. Seguendo il ramo d’ulivo verso il bordo sinistro della tela ha inizio la tela “Paradiso II” dove il protagonista è l’ulivo ricco di frutti che, con le sue fronde, sembra avvolgere Eva, la quale se ne occupa amorevolmente, quasi accarezzandolo. L’ulivo ricorda l’agonia di Gesù nel Getsemani. Ancora oggi, l’olio d’oliva viene usato assieme a degli aromi per le funzioni sacre. Anche lei, responsabile alla pari di Adamo, si prende cura della terra dove fa maturare dei frutti preziosi. Come l’ulivo allunga i suoi rami fino ad arrivare nel “territorio” di Adamo, anche qui il fogliame con le ciliegie mature raggiunge l’ulivo dal lato destro. I due alberi sembrano intrecciarsi come se cercassero dei nuovi spazi. Qui ciliegie e olive maturano assieme perché esiste un'unica stagione, fertile ed eterna. Le due terre diventano una sola, dove la ricchezza dell’uno sarà anche proprietà dell’altro e dove Adamo ed Eva potranno passeggiare ed assaggiare i loro frutti che cresceranno lì, come gli amanti nel giardino del “Cantico dei Cantici” (AT). Eva Maria Friese - vedi anche PARADISE I (Adamo raccoglie ciliegie) GA88902 e PARADISE II (Eva sotto il suo ulivo) GA94659
Paradise I+II

VERSO IL PARADISO
Acquarello, 21 x 29 cm
L’albero, una metafora per la vita in eccellenza, appare in molti racconti, leggende e film. Radicato profondamente in terra diventa centro della nostra vita sociale, punto d’orientamento. Offre sicurezza, riparo, ombra, alloggio per vari animali e anche nutrimento.
Per la sua longevità e le sue trasformazioni stagionali, come la morte apparente e il risveglio per la nuova vita con l’abbondanza di fogliame e frutti, l’albero nella bibbia è un simbolo per la vita eterna e viene anche confrontato con l’uomo che cresce, la cui anima continua a vivere dopo la morte fisica.
Conosciamo dalla Genesi l’albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male. L’uomo non resistette ai frutti dell’albero della conoscenza e per questo Dio l’ha lasciato al suo destino.
Dio realizzava in Davide quello che è stato annunciato attraverso i profeti. Isaia 11,1: Ma un rampollo uscirà dal tronco di Iesse (padre di Davide) e un virgulto spunterà dalle sue radici (v. anche Is 10’33-11,10, Ger 23,5). Il rampollo
nuovo, che cresce dal tronco di Davide, si radica sempre più nella nostra terra, cioè nel nostro Golgota e non ci lascia più. Così anche la croce di Cristo é diventata l’albero della vita che, come simbolo della risurrezione, incomincia a germogliare.
Nella mia opera questo albero piantato da Dio ha formato tre cerchi con i suoi rami (Trinità) e, come un portone illuminato, ci invita ad entrare in esso dopo una salita che è il Golgota della nostra vita.
L’incarnazione di Dio in Maria fa diventare Gesù un vero donatore di vita e, come nuovo Adamo, ci offre il frutto che questa volta possiamo raccogliere senza timore per continuare a vivere in eterno nella sua bellezza.
Non senza motivo collochiamo a Natale accanto al Presepe un albero, spesso con delle palline rosse, che anticamente erano delle mele rosse, segno di nuova vita che Gesù ci propone.
Eva Maria Friese
Verso il Paradiso

ALFA E OMEGA
Olio su tela, 100 x 100 cm
Il concepimento delle creature accade dove s’intuisce Dio che fa gocciolare se stesso nella dimensione spazio e tempo. Uniti cosi l’anima con il corpo incomincia il percorso sulla terra, nascendo dal acqua come ogni singola vita (L’evoluzione, liquido amniotico, battesimo). Indipendente dalla durata della nostra vita terrena, siano 20 o 100 anni, raggiungiamo quel confine che ci permette di fondersi completamento con il Creatore.
Eva Maria Friese
Alfa e Omega 1
Eva Maria Friese
Vedi nella galleria sotto "Simbolismo".